In questo interessante articolo, i colleghi Laura Dietzel, Troy Merkel and Scott Helberg di RSM US ci forniscono un quadro dei possibili scenari dell’impatto della pandemia in corso su alcuni settori chiave dell’economia statunitense e mondiale: turismo, retail, real estate con focus sul segmento degli uffici. Per ciascuna industry vengono analizzate le principali implicazioni del contagio nel breve come nel medio-lungo termine.

La Global Business Travel Association stima che il virus potrebbe costare al settore dell'hospitality 46,6 miliardi di dollari al mese, con un’incidenza del 37% sulla spesa globale prevista per il 2020. Sebbene sia troppo presto per conoscere l'impatto a lungo termine dell'epidemia, i primi blocchi alla circolazione delle persone sottolineano la centralità del mercato cinese anche nel settore turistico e, soprattutto, l'interconnessione globale delle economie locali. Mentre la Cina, con un calo mensile che ha raggiunto il 90%, probabilmente ha già subito in febbraio e marzo il peso maggiore dell’impatto economico sulle entrate delle sue strutture ricettive, in Nord America e nel resto del mondo la maggior parte degli effetti dovrebbe essere avvertita a marzo, aprile e maggio, con cali per il momento stimati mediamente intorno al 25%. 

In Italia l’ultimo aggiornamento del quadro dei danni lo ha fatto Confturismo-Confcommercio: dal primo marzo alla fine di maggio nelle strutture ricettive ci sarà un calo di oltre 31,6 milioni di presenze con una perdita stimata di 7,4 miliardi. Le previsioni potranno essere rivedute al ribasso, viste le ulteriori misure restrittive, anche al traffico aereo, delle ultime ore. E l’onda lunga della crisi potrà travolgere l’intero comparto per tutto il 2020.

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