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Il transfer pricing è oggetto di un’attenzione crescente delle autorità fiscali. Si assiste infatti globalmente a un marcato aumento delle verifiche sulle modalità di determinazione dei prezzi di trasferimento infragruppo. L’intento è chiaramente quello di recuperare gettito in un ambito che si presta particolarmente al mancato rispetto delle normative tributarie. Per di più, possono variare sensibilmente non solo le regole ma anche gli approcci seguiti nei diversi paesi dai rispettivi organi di controllo e di polizia.
È noto che i gruppi multinazionali possano tendere ad attuare politiche di drenaggio degli utili nei paesi a regime fiscale vantaggioso. Ed è altrettanto vero che la compliance formale e di merito in tema di prezzi di trasferimento non sia sempre facilmente perseguibile. Il rischio di contestazioni e di sanzioni è dunque oggi più che mai attuale.
Il transfer pricing non è solo rispetto della legge. L’analisi dei prodotti, dei mercati e della concorrenza, che sottende alla corretta quantificazione dei prezzi da attribuire alle partite intercompany, può fornire un utilissimo supporto al decision making strategico.
L’Italia prevede un’adesione opzionale agli oneri documentali previsti in materia di TP. Il contribuente che intenda accedere al regime premiale è tenuto a predisporre due documenti: il Masterfile e la Documentazione nazionale. Il primo fornisce una panoramica sul gruppo mentre il secondo è focalizzato sul contribuente.
Il vantaggio associato alla loro predisposizione consiste nel riconoscimento di un regime premiale che comporta la non applicazione di sanzioni nel caso in cui il fisco accerti la presenza di maggiori redditi da riprendere a tassazione, a condizione però che la documentazione sia completa, veritiera e utile ai fini del controllo. Le autorità fiscali hanno di fatto abbandonato certe prassi che in passato avevano portato al diniego del beneficio della penalty protection per mero disaccordo sul metodo utilizzato così come sui soggetti o sulle operazioni comparabili.
Ma non solo. La documentazione dona coerenza ai valori delle transazioni rispetto alla struttura del business, fornisce un’informativa più completa per la redazione del bilancio d’esercizio e contribuisce alla creazione di una cultura del transfer pricing che facilita l’identificazione di altre opportunità, fiscali e non solo quali, ad esempio, quelle sui beni immateriali.
Puntare alla compliance in ambito TP significa generare valore economico per l’azienda e i suoi azionisti.
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