Mentre aumenta drammaticamente in tutto il mondo il costo del contagio da coronavirus in termini di vite umane, è oramai certo che tanti settori dell’economia sperimenteranno una crisi senza precedenti, che porterà ad una inedita contrazione del PIL mondiale e di pressocché tutti i redditi nazionali. 

I family office sono e saranno sicuramente in prima linea nel guidare la propria clientela, privata ma anche corporate, nella gestione di questo dirompente nuovo ciclo dell’economia mondiale e del cambiamento che ne deriverà. Cambiamento che, in parte, è già in atto. Per fare un esempio, chi avrebbe potuto immaginare che le aziende fossero pronte a svolgere in massa le proprie attività integralmente da remoto? Si diceva che, salvo rare eccezioni, nessuno fosse realmente pronto allo smart-working diffuso. Troppi i limiti tecnologici, culturali, di processo all’interno delle aziende ma anche troppo impattanti le lacune infrastrutturali e i vincoli burocratici in taluni paesi (Italia in primis). Tuttavia oggi il lavoro agile non è più un’opzione, è condizione imprescindibile per la sopravvivenza.

Allo stesso tempo, i family office avranno la possibilità di capitalizzare opportunità che raramente si vedono nei mercati. Questo perché l’emergenza sanitaria, per quanto severa e costosa, prima o poi passerà. Sebbene alcuni settori dell'economia richiederanno più tempo per riprendersi, il “rimbalzo” dei family office, mediamente cresciuti negli ultimi anni per dimensioni e competenze, potrebbe benissimo arrivare più rapidamente. È una ragione in più per la quale i consulenti devono governare la crisi e prepararsi alla rara opportunità di gestire investimenti con tassi di remunerazione decisamente inusuali.

Per i family office, così come per tutte le strutture che offrono servizi, questo è dunque un ottimo momento per rivedere strumenti e processi interni.

Leggi l’articolo integrale in inglese