Per tante delle professioni della new economy non esiste una letteratura consolidata atta a descriverle in maniera chiara ed univoca. Ma è così anche per i content creator?
A delinearne i tratti caratteristici ci pensa l’INPS nella circolare n. 44 del 19 febbraio 2025, definendoli a “maglie larghissime” come tutti quei «soggetti riconducibili alla più ampia platea dei lavoratori delle piattaforme digitali» protagonisti della «creazione di contenuti digitali» nella forma di «contenuti scritti, immagini, registrazioni video, audio o contenuti prodotti in diretta che sono resi disponibili attraverso piattaforme digitali di connessione sociale».
Ebbene, leggendo con attenzione i due passaggi sopra virgolettati emergono immediatamente i due elementi caratterizzanti la figura del content creator, ovvero: (i) la creazione di contenuti e (ii) le piattaforme digitali. Volendo dunque parafrasare quanto precisato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale potremmo arrivare alla seguente definizione: «il content creator è un creatore di contenuti digitali che utilizza le piattaforme digitali per promuovere le proprie creazioni le quali possono spaziare dai contenuti scritti, alle immagini fino ad arrivare alle elaborazioni più complesse quali le registrazioni video e/o audio».
La figura del content creator non deve essere tuttavia confusa con quella dell’influencer. Nel mondo social capita sicuramente che tali due professioni si sovrappongano, ma questa non è la regola. Quando si parla di “influencer” si fa riferimento a un soggetto il quale, in ragione della sua popolarità e del credito maturato nell’ambito della comunità social, è in grado di «orientare opinioni e gusti del pubblico di riferimento». Parlare dunque di content creator e di influencer ancorché, ai più, potrebbe sembrare la stessa cosa, nella “pratica social” non è esattamente sempre uguale.
L’effetto di sovrapposizione tipicamente avviene quando il content creator passa dall’attività amatoriale – per puro hobby – a quella che più propriamente diviene una vera e propria professione. Ed è proprio in questa seconda fase, quella che potremmo definire del consolidamento, ma anche della popolarità, che il content creator passa dall’essere un tradizionale creatore di contenuti digitali ad una figura “di influenza social”.
Due i principali temi che vengono analizzati nell’articolo scritto da Davide Greco e Giulia Sorci per la rivista “il Fisco” (n. 27/2025):
- preliminarmente, l’inquadramento reddituale delle principali remunerazioni percepite da un content creator nel corso della propria attività;
- successivamente, i profili di fiscalità internazionale della figura del content creator con un focus specifico sulla sua qualificazione pattizia.