Il listino Aim Italia è nato nel 2009 per avvicinare le piccole imprese al mercato dei capitali e, nonostante il momentaneo rallentamento imposto dalla pandemia, continua a raccogliere l’interesse delle società che guardano alle nuove sfide del futuro.
Nel 2019 le nuove quotazioni erano state 35, di cui 31 IPO e 4 ammissioni post business combination, per 207 milioni di euro di raccolta.
La decelerazione causata dall’incertezza economica ha determinato che il mercato Aim, che ancora non si distingue per la sua particolare liquidità, vedesse svanire la vivacità degli ultimi anni, con un impatto negativo sul virtuoso circolo di risorse finanziarie che attraverso le Ipo sarebbe arrivato all’economia reale.
Tutto questo nonostante l’intensa domanda da parte degli investitori.
Negli anni passati, infatti, l’Aim si è rilevato una rarità all’interno di un mercato finanziario altrimenti povero di nuovi collocamenti. Ne è testimonianza la quotazione di Osai, l’undicesima matricola Aim del 2020, il cui collocamento si è chiuso registrando ordini per un controvalore superiore a 5 volte il quantitativo dell’offerta, raccogliendo 7,75 milioni di euro. Questo eccesso di domanda nel 2020 si è registrato su altre cinque Ipo, a conferma che sul mercato c’è tanta liquidità alla ricerca di investimenti di qualità.
Dal 2009 le società che hanno debuttato su Aim Italia sono state 198 raccogliendo un totale di 3,96 miliardi di euro in fase di quotazione, di cui il 95,3% in aumento di capitale.
A luglio 2020 è stato poi introdotto un segmento riservato agli investitori professionali, per rispondere
alle esigenze di quotazione di un più ampio numero di imprese, in particolare le startup, le scale-up e le società che per varie ragioni desiderano avvicinarsi al mercato in maniera più graduale.
Dunque nonostante il complesso momento a livello globale causato dalla Pandemia sin dai primi mesi del 2020, Aim Italia continua a rappresentare un motore per la crescita delle Pmi italiane che, attraverso la quotazione, trovano la modalità per accedere al mercato dei capitali.
La quotazione mette a disposizione delle società i mezzi necessari per affrontare con maggiore capacità di resilienza anche momenti difficili come quello attuale, potendo sempre contare sul mercato per raccogliere i capitali necessari al loro sviluppo.
I benefici dal passaggio di Borsa Italiana a Euronext
Nei prossimi mesi sul listino Aim Italia influirà l’acquisizione di Borsa Italiana da parte di Euronext, che porterà alla nascita del principale hub finanziario paneuropeo a supporto della raccolta di capitali.
Con il perfezionamento dell’operazione verrà valorizzata ulteriormente Borsa Italiana che, con 464 milioni di euro in termini di ricavi e 264 milioni di euro di ebitda nel 2019, avrà un ruolo fondamentale nell’operatività, strategia e governance futura, in quanto maggior contributore in termini di ricavi per una quota del 34% sul totale dei ricavi dell’intero Euronext nell’ultimo bilancio.
Anche per le Pmi, le aziende protagoniste del listino Aim Italia, l’integrazione delle due infrastrutture potrà avere effetti positivi per due ragioni:
- La prima riguarda l’ampliamento del network di investitori istituzionali internazionali che, grazie a un unico pool di liquidità, potranno investire sulle Pmi quotate di eccellenza esponenti del made in Italy.
- La seconda si collega al posizionamento del gruppo risultante dall’aggregazione che creerà un contesto geografico più attrattivo e diversificato, stimolando l’interesse delle aziende italiane a operazioni di m&a verso potenziali target a livello europeo.
L’integrazione con Euronext potrà, dunque, favorire sinergie tra i listini europei, valorizzando l’Italia come sistema di Pmi fortemente orientate all’innovazione e accelerando il processo di quotazione.
Per far sì che il 2021 sia foriero di nuove Ipo sull’Aim Italia, è necessario che il governo introduca sempre più incentivi fiscali di carattere strutturale, che possano stimolare ulteriormente le Pmi italiane a valutare percorsi di sviluppo e crescita come la quotazione a Piazza Affari.
I Pir alternativi, che si affiancano ai Pir tradizionali, sono rivolti in questa direzione e prevedono da un lato un focus sulle piccole e medie imprese, dall’altro una particolare attenzione rivolta a investitori maggiormente patrimonializzati, con un orizzonte di investimento di medio/lungo periodo
La misura ha lo scopo di incentivare ulteriormente gli investimenti nell’economia reale canalizzando il
risparmio privato - che in Italia vale oltre 4.400 miliardi di euro - in maniera sempre più efficace verso il sistema imprenditoriale italiano.
La principale necessità è rendere più funzionale il diritto societario, garantendo la certezza delle tempistiche e la prevedibilità dei procedimenti di accesso al mercato: una necessaria sburocratizzazione del sistema impresa, che aiuterebbe ad avvicinare sempre di più gli imprenditori ai mercati finanziari e a puntare su processi di crescita straordinari.
Il mercato dei capitali, dunque, può essere la strada principale per la crescita delle nostre Pmi.
Nell’ottica di avviare la ripresa post pandemia l’Italia ha bisogno più che mai di aziende forti e solide dal punto di vista patrimoniale e la quotazione in Borsa è un ottimo strumento per ottenere questi risultati e mantenerli nel lungo periodo.
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Se sei interessato ad approfondire l’argomento leggi l’intervista su Investire di questo mese a Nicola Tufo, Partner Audit & Capital Markets della società di revisione e organizzazione Rsm Italy,