Ogni società calcistica dovrebbe presentare un vero e proprio piano aziendale che consenta di comprendere se un club è in grado o meno di poter superare il periodo di crisi.

Con 4,6 milioni di praticanti, 1,4 milioni di tesserati Figc e quasi 570mila partite ufficiali ogni anno, il calcio è lo sport più popolare nel nostro paese.

Tuttavia, non è solo la grande passione degli italiani.  Secondo i dati del Bilancio Integrato 2018 Figc il “Sistema Calcio” genera in Italia un fatturato diretto pari a 4,7 miliardi di euro, qualificandosi così come una delle 10 principali industrie italiane e principale contributore a livello fiscale e previdenziale del sistema sportivo (1,2 miliardi di euro generati solo dal calcio professionistico e un’incidenza del 70% del gettito fiscale complessivo dello sport italiano).

Notevole è anche l’impatto socio-economico e valore generato dal settore nel nostro paese, pari a oltre 3 miliardi di euro nel 2017-2018 (valore emerso da un programma di studio realizzato da Figc e UEFA: SROI – Social Return on Investment Model). Questo numero prende in considerazione il contributo diretto all’economia nazionale (742,1 milioni di euro), nonchè l’impatto sociale (pari a 1 miliardi di euro) e quello sanitario (1,2 miliardi di euro nel 2018).

Queste cifre sono il riflesso di 98.000 posti di lavoro generati, 135 milioni di euro in investimenti infrastrutturali, 606 milioni di euro derivanti dalle spese per poter praticare, 9,1 miliardi di euro di raccolta sulle scommesse, 1,2 miliardi di risparmio nella spesa sanitaria del SSN. Tutti questi numeri ci fanno capire che quando si parla dei danni inflitti dal Covid19 al “calcio”, ci si riferisce ad un settore che già da tempo non è più solo uno sport, ma un business che muove miliardi di euro.

A cospetto di un giro d’affari di tale rilevanza, il livello di indebitamento raggiunto dai club non è da meno. Il sistema calcio professionistico ha superato i 4,2 miliardi di Euro, evidenziando una crescita nelle ultime 5 stagioni (CAGR 2013-2018 +3,7% rilevata nel Report Calcio 2019 della FIGC).

Essendo i dati di partenza su giro d’affari e indebitamente così elevati, si prospettano altrettanto elevati i potenziali danni connessi allo “stop” imposto con l’emergenza sanitaria: si stima per ora la perdita di 430 milioni solo per i diritti televisivi, di 28 milioni per il mancato incasso di biglietti dello stadio, di vari milioni per i singoli club. Ma il vero problema si verificherebbe se Federcalcio fosse costretta ad annullare la stagione. In quel caso le perdite del settore ammonterebbero a circa 500 milioni, ma vanno considerati almeno altri 200 milioni di contributi, oltre al fatto che attraverso il calcio vengono finanziati anche tutti gli altri sport, che quindi verrebbero fortemente penalizzati.

Fabrizio Versiero, Senior Manager RSM con formazione specialistica nell’ambito Sport Management, fa il punto sui criteri economico-finanziari che le società di calcio devono rispettare per accedere ai finanziamenti garantiti per la crisi in corso. A questo proposito bisogna porre attenzione tra aziende in crisi pre-Covid e aziende con crisi Covid.

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