Il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n° 95765 del 16 aprile 2019 segna l’avvio della procedura di cooperazione e collaborazione rafforzata volta a favorire il dialogo con le imprese straniere operanti nel nostro Paese rispetto al tema della stabile organizzazione.

Con l’emissione del Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16 aprile entra nel vivo la procedura di cooperazione e collaborazione rafforzata prevista nella Manovra correttiva 2017 e per cui il provvedimento identifica tanto le modalità procedurali tanto le possibili conseguenze derivanti dal dialogo con il Fisco.

La procedura è rivolta ad imprese straniere che ravvisino la possibilità che l’attività esercitata nel territorio italiano costituisca una stabile organizzazione in Italia. L’Istituto prevede che gli operatori facciano parte di un gruppo multinazionale con ricavi consolidati superiori al miliardo di euro annui e che abbiano effettuato cessioni di beni e prestazioni di servizi nel territorio dello Stato per un ammontare superiore a cinquanta milioni di euro annui avvalendosi del supporto di imprese ausiliarie. L’accesso alla procedura tuttavia è inibito a quelle imprese che, malgrado il soddisfacimento di tali requisiti, erano già a conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche e procedimenti penali aventi ad oggetto la configurazione sul territorio dello Stato di una stabile organizzazione.

Il ricorso all’Istituto, da attuarsi mediante presentazione dell’apposito modello di istanza e a cui farà seguito una fase di istruttoria volta ad accertarne l’ammissibilità, prevede l’avvio da parte dell’Ufficio competente (Ufficio Adempimento Collaborativo della Direzione Centrale Grandi Contribuenti) delle interlocuzioni relative alla procedura finalizzate a valutare, in contraddittorio con l’istante, la sussistenza dei requisiti che configurano una stabile organizzazione nel territorio dello Stato e a determinare, in contraddittorio con l’istante, i redditi e la base imponibile ai fini dell’imposta sul valore aggiunto delle operazioni imputabili alla stabile organizzazione stessa. L‘istruttoria termina con l’emissione di un “atto conclusivo dell’istruttoria” nel quale vengono esposte le valutazioni che hanno portato a constatare/escludere la stabile organizzazione nel territorio dello Stato.

Il nuovo istituto rispecchia la volontà del legislatore di intendere il controllo di tipo tradizionale come un momento solo eventuale del rapporto con il contribuente, favorendo invece forme di interlocuzione preventiva e avanzata che portino ad una configurazione della pretesa erariale mediante una logica di tipo consensuale e partecipativa.

La procedura, a differenza di altri istituiti preventivi previsti dal nostro ordinamento tipicamente rivolti a nuovi investitori esteri, è riferita a soggetti che già operano sul territorio nazionale.

Se l’iter da un lato presenta dei risvolti vantaggiosi sotto l’aspetto penale tributario, nel provvedimento si evidenzia al contempo come, anche a fronte di un giudizio che abbia escluso la sussistenza di una stabile organizzazione, tale decisione vincolerà l’Amministrazione finanziaria soltanto nella misura in cui rimangano invariate le circostanze di fatto e di diritto su cui essa si fonda. Infatti, ove successivamente all’emissione dell’atto istruttorio venga riscontrata una rappresentazione non completa o non veritiera delle circostanze esposte dall’impresa estera nell’istanza e nella successiva istruttoria, l’atto originariamente reso si considererà non produttivo dei relativi effetti giuridici dalla data di efficacia originaria.

Inoltre, anche nel caso in cui sia stata esclusa l’esistenza di una stabile organizzazione nel territorio dello Stato, ove venga ravvisata l’esistenza di rischi fiscali connessi alla determinazione dei prezzi di trasferimento infragruppo, l’Ufficio competente provvederà a trasmettere gli atti all’articolazione territoriale di riferimento per i necessari approfondimenti istruttori, prefigurando pertanto potenziali accertamenti in tale ambito.

L’introduzione della misura evidenzia la volontà del Fisco sia di accrescere i momenti di contraddittorio col contribuente mediante forme di confronto partecipativo e consensuale che puntino a far emergere nuovo imponibile, sia di creare uno scenario di maggiore certezza per le imprese multinazionali che hanno già scelto l’Italia per la conduzione dei loro affari.

 

Dott. Matteo Coppola  
Transfer Pricing Manager - Milano

 

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