Con Elena Granata - professore associato Dipartimento di Architettura e Studi Urbani Politecnico di Milano

Come possiamo pensare e ripensare in un senso più umano, più vicino alla vocazione professionale e personale di tutti noi i luoghi di lavoro del futuro?

Ripensare ai luoghi di lavoro del futuro è un tema che ribalta tutta la nostra vita, perché è andata in crisi tutta la sequenza logica che legava il luogo di lavoro, la casa e quindi il lavoro e la famiglia.
Siamo in un momento in cui vediamo strettamente connessi, in maniera del tutto diversa che nel passato, tutti gli aspetti della nostra esistenza; quindi, è venuta meno la netta suddivisione: luogo di lavoro - casa.
La Pandemia ci ha costretti a rivedere non soltanto lo spazio (la casa e la città), ma anche il tempo.
Ci sono aziende che hanno optato per lo Smart working al 100% e altre che stanno optando per il lavoro ibrido (una parte del lavoro svolto in ufficio e una parte da casa).
D’ora in poi il manager o l’HR dovrà avere la capacità di pensare a spazi e tempi per gruppi di lavoro non più stabili, ma pensare a spazi, tempi e modalità di organizzazione in chiave tridimensionale.

È per questo che nasce una figura professionale, in Italia ancora poco conosciuta, che è il placemaker ovvero l’inventore dei luoghi che non abbiamo, che non sono solo luoghi fisici, ma il frutto di relazioni tra spazio e tempo. Si apre, dunque, uno spazio di progettazione tridimensionale che deve incrociare vite, spazi, tempi e sincronie che fanno incontrare le persone in modo fisico o virtuale.

Queste nuove figure non sono di certo architetti, ingeneri o economisti, ma dovranno avere competenze ibride: i manager e gli HR del futuro dovranno cominciare a mettere in campo le capacità relazionali per capire in che modo la vita delle singole persone può essere divisa in più luoghi o al contrario se può essere affaticata dallo smart working e capire anche in che modo, quante e quali attività collettive debbano essere condivise.
Ogni azienda avrà bisogno, dunque, di uno spazio di progettazione in cui ripenserà a come riorganizzare collettivamente la vita associata dentro l’azienda, a immaginare quali sono i punti di sincronia e di sovrapposizione dentro lo spazio fisico e quali sono i tempi di autonomia.