In un articolo pubblicato su Economy di Dicembre Laura De Lisa, Director RSM, parla di come la Legge di bilancio 2022 disponga la proroga generalizzata del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, materiali e immateriali.
Nonostante l’ormai reiterata crisi delle materie prime e dei chip, la ripartenza dell’economia e della produttività delle imprese italiane influenzano le azioni del governo sul Piano di Transizione 4.0 previste dal bilancio pluriennale per il periodo 2023-2025, rimodulando gli incentivi già a partire dal prossimo anno, solo in teoria blindato a fine dicembre 2020, dalla Legge di Bilancio per il 2021: il Disegno di Legge di Bilancio per il 2022, di fatto va a rimodulare gradualmente al ribasso fino al 2025 l’effetto incentivazione del Pacchetto Industria 4.0.
Il nuovo quadro degli incentivi
L’articolo 10 della legge di bilancio 2022 (inserito nel titolo III, Capo 1) dispone in primis la proroga generalizzata del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali – materiali e immateriali, “Transizione 4.0” e “Non 4.0” – e del credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative:
- R&S,
- Innovazione e Design,
- Beni strumentali nuovi 4.0 (materiali ed immateriali), che erano stati approvati nella legge di bilancio 2021.
La proroga dei crediti sarà finanziata, con ogni probabilità, interamente dal Pnrr, nell’ambito della Missione 1, componente 2, posizionandosi tra i maggiori interventi a titolarità del Ministero dello Sviluppo Economico (per oltre il 70% delle risorse a disposizione del Ministero per l’implementazione della Missione).
Secondo quanto disposto dal Regolamento che disciplina gli interventi a valere sul Piano per la Ripresa e la Resilienza (Reg. UE 2021/241) il tema del momento è il divieto di cumulo di cui all’articolo 9: verrà infatti meno la possibilità di cumulare, per gli stessi costi di investimento, il credito agli investimenti (4.0 e non) con qualsiasi altro strumento incentivante, come la Nuova Sabatini o il credito per investimenti nel Mezzogiorno (c.d. Bonus Sud).
Si attende un intervento chiarificatore dal Governo sul tema, particolarmente spinoso, specie dopo il successo per tutto il 2021 dell’irripetibile combo con il Bonus Sud, che ha consentito alle imprese di fruire di uno “sconto” sugli investimenti effettuati – oltretutto, per lo più detassato - fino al 95% del costo sostenuto.
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