Intelligenza Artificiale: la situazione attuale 

Anche se l’IA non è una recente novità allo stato attuale ci sono alcune ragioni sostanziali che ci portano a considerarla tale:

  • la difficoltà delle organizzazioni nel comprenderne l’impatto potenziale sui processi;
  • la preparazione, spesso carente, delle persone dedicate alla progettazione e realizzazione di soluzioni di IA, in area tecnologica e organizzativa e nell’ambito dei controlli.

Queste barriere possono essere superate in due modi:

  • percorrendo strade già collaudate per la gestione dell’innovazione, ricorrendo alla leva formativa e promuovendo un progressivo cambiamento nei profili di riferimento manageriali e tecnologici;
  • cercando nuovi approcci di non semplice identificazione.

 È necessario, quindi, pianificare il patrimonio di competenze e di profili professionali che non sono più trascurabili.

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Come coniugare intelligenza artificiale e umana

Le tipologie di attività in cui è utile implementare il mix tra intelligenza artificiale e intelligenza umana sono differenti:

  • Attività che possono essere demandate a una macchina più o meno intelligente (per esempio: adattamento a condizioni differenti, previsione di eventi futuri, ripetizione di azioni, transazioni predefinite);
  • Attività che, allo stadio attuale dello sviluppo tecnologico, devono essere ancora svolte in massima parte dall’uomo (per esempio, quelle che richiedono di esprimere un giudizio, creatività, empatia, leadership).
  • Attività in cui intelligenza artificiale e umana si possono complementare al meglio con un'attenta riprogettazione dei processi. Si hanno quindi, da una parte, attività in cui l’IA ha un peso prevalente e fornisce all’uomo “superpoteri” (si pensi all’aumentata capacità di interazione che può dare un traduttore simultaneo o all’amplificazione delle capacità visive resa possibile da un visore intelligente) mentre dall’altra si ha il caso in cui l’uomo affianca l’IA per supervisionarne le decisioni e renderla più efficace (come ad esempio nella spiegazione delle decisioni di un algoritmo o nelle attività di formazione).

 

La robotic process automation

La robotic process automation (RPA) consiste nell’automatizzazione di mansioni ripetitive svolte da risorse umane a robot software (p.e. l'approvazione di mutui bancari).
Quando trasferiamo le attività effettuate dalle risorse umane a robot software parliamo di RPA: robotic process automation.
La prima fase dell'automazione simula l'attività umana: il codice dei robot software replica l'agire dell'addetto umano passo dopo passo. La seconda fase è detta di semplificazione; il codice viene riscritto eliminando passaggi superflui e tipicamente umani, in quanto non più necessari.

A tal proposito RSM utilizza due strumenti innovativi e intelligenti, che automatizzano le funzioni di base delle attività del revisore, lasciando spazio e tempo al consulente RSM per fornire al proprio cliente un supporto più ampio e strategico: Revisya supporta il revisore in tutto il processo in modo totalmente innovativo, mentre Genya CFO permette una decisiva semplificazione di tutti i processi necessari.

La tecnologia RPA serve a sottrarre la risorsa umana dalle attività ripetitive, soggette ad errore, con prestazioni scarse e limitate alla disponibilità lavorativa. I robot possono funzionare sempre, senza errori, con migliori prestazioni e senza limitazione di fascia oraria.
È per questo che RPA e IA vivono e vivranno sempre più in simbiosi di mutualismo, una simbiosi ove esiste un vantaggio reciproco per l’evoluzione di entrambe le tecnologie. Nasce il termine IPA, intelligent process automation, che indica l'integrazione di queste nuove tecnologie.

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