“Non è possibile traguardare alcun importante risultato se non si ha visione, capacità di interazione, sintonia, complicità nell’ambito della squadra” ha affermato Antonio Coglitore, Dottore Commercialista, Revisore, Docente Universitario, Consulente aziendale esperto di tematiche ESG, presidente dell’Associazione Waterpolo Palermo ASD, una delle più importanti società sportive della Sicilia, la cui squadra maschile sta affrontando il campionato A/2 di cui RSM S.p.A. quest’anno è sponsor. Da sempre appassionato di pallanuoto, Antonio, ha giocato nel ruolo di portiere in serie B e in A/2. Con lui abbiamo parlato di gioco di squadra, leadership, impegno, vittorie e sconfitte e del perché è valsa la pena ributtarsi in acqua nel 2021, partecipando da giocatore ai play off promozione in A/2.

Quanto è importante il gioco di squadra, nello sport come nella vita? Il gioco di squadra sta alla base di tanti aspetti della vita: parlando di me, ad esempio, da subito ho affrontato la professione fondando uno studio associato insieme ad altri professionisti. In ambito sportivo il gioco di squadra è emblematico della “sintonia”, come in un’orchestra, dove il direttore deve gestire in modo sistemico l’intera squadra.  L’attuale tecnico della Waterpolo, Paolo Malara (già tecnico della nazionale italiana di pallanuoto alle Olimpiadi di Pechino), fin da subito, ha messo in evidenza l’importanza di esaltare l’attitudine personale, l’interazione, il mettersi a disposizione del collettivo. Il gioco di squadra non ha come obiettivo il livellamento delle caratteristiche individuali ma, al contrario, vuole valorizzare il singolo ed esaltarne le specifiche qualità nella condivisione.

Sei presidente di Waterpolo Palermo ASD, parlaci di questa associazione. Waterpolo Palermo ASD è una delle società sportive più antiche della città, fondata come polisportiva a metà degli anni ’80. Nel 1999 insieme ad un gruppo di amici ed appassionati, sono subentrato nella gestione dell’associazione che ha preso il nome e la struttura attuali, registrando importanti risultati sia in ambito natatorio sia per la pallanuoto. Attualmente siamo l’unica squadra di pallanuoto in Sicilia che disputa il campionato A/2 con un collettivo composto prevalentemente di giovani. Mediamente 700/800 atleti sono iscritti alla Waterpolo, coprendo tutte le categorie della pallanuoto giovanile e del nuoto, seguiti da uno staff di circa 20 persone.

La tua passione per lo sport, in particolare per la pallanuoto, parte da lontano, raccontaci qualcosa di te. Ho iniziato a nuotare a 5 anni e da allora non ho mai smesso ed ancora sento le “farfalle nello stomaco” quando seguo le partite della mia squadra. Ritengo che lo sport vada vissuto con passione, in prima persona, mettendosi in gioco.  Sono entrato nel Guinness dei primati perché nel 2021, con grande impegno, ho ricominciato a giocare nel mio ruolo di portiere per disputare l’importante campionato che ci ha portato ai play-off per l’A/2.

Waterpolo si impegna in varie attività sociali, vuoi raccontarci qualcosa? L’impegno sociale è nel nostro DNA, da anni quindi ci impegniamo in varie attività a supporto di associazioni che operano nell’ambito della solidarietà e della ricerca medico-scientifica.  Offriamo corsi gratuiti di nuoto a bambini in condizioni svantaggiate.

Si dice che lo sport sia la metafora della vita: come si gestiscono le vittorie e soprattutto le sconfitte o comunque i momenti difficili? Trovo più complesso gestire le difficoltà da dirigente della squadra piuttosto che da giocatore, perché nel primo caso l’aspetto passionale va tenuto da parte mentre vanno immediatamente interpretate e condivise le motivazioni della sconfitta, incoraggiando e sostenendo la squadra. Nei momenti più difficili ho imparato ad avere metodo e ad utilizzare il confronto, evitando di infierire su chi ha sbagliato per non demotivarlo ulteriormente.

“L’aspetto relazionale e la motivazione vanno di pari passo alla preparazione tecnica, anzi in molti casi sono più importanti”.  

Cosa si dovrebbe fare in Italia per promuovere lo sport tra i giovani? Penso che il problema sia essenzialmente culturale, in altri paesi lo sport è riconosciuto alla stessa stregua delle materie formative. Ritengo che la riforma dello sport che entrerà in vigore in Italia dal 1° luglio 2023 aumenterà la complessità burocratica per le società sportive di piccole e medie dimensioni rendendone la gestione eccessivamente complessa e quindi, potenzialmente, mettendone a rischio la stessa sopravvivenza, eppure ormai sappiamo bene quanto l’attività sportiva sia benefica per il nostro organismo.

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