Articolo di Laura De Lisa, Partner RSM S.p.A. pubblicato su Economy di ottobre 2023.

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Con un’inflazione ancora stabilmente oltre quota 5% - situazione media dei Paesi UE aggiornata allo scorso 31 agosto - il timone della politica monetaria tiene ancora a dritta in direzione di ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Tassi di inflazione molto differenziati tra i Paesi UE, tuttavia, contribuiscono a livello macro ad una scarsa efficacia della manovra, risultando la politica monetaria unica e uguale per tutti, in fin dei conti, eccessivamente restrittiva per alcuni Paesi ed espansiva per altri.

L’inflazione che stiamo vivendo in Italia, influenzata prevalentemente dagli aumentati costi (per il caro benzina, energia e materie prime) e dagli extraprofitti generati dallo scarico sul consumatore di prezzi più alti, sia da parte delle banche che delle imprese, rende ancor meno efficace la politica restrittiva ed inevitabilmente più lenta la ripresa.

La calda estate appena trascorsa, mirando ad un’accelerazione della ripresa economica, è stata in tal senso scenario di interventi normativi significativi, che promettono un autunno ancora “rovente” e carico di incentivi alle imprese.

DECRETO 21 OTTOBRE 2022: KICK START PER IL FONDO DI TRANSIZIONE INDUSTRIALE

Dopo quasi un anno di attesa, grazie al Decreto Direttoriale del Ministero per il Made in Italy dello scorso 30 agosto, è aperto dal 10 ottobre fino al 12 dicembre prossimo, lo sportello telematico del Fondo per la Transizione Industriale.

Le agevolazioni, estese a livello nazionale, riguardano le aziende di qualsiasi dimensione, che operino prevalentemente nei settori estrattivo e manifatturiero. Preferite le aziende energivore, a cui è destinato il 50% delle risorse stanziate, che ammontano a 300 milioni di euro complessivi.

I programmi di investimento devono vertere su obiettivi ambientali, quali:

  - Risparmio energetico;

  - Produzione di energia da fonti rinnovabili o cogenerazione o idrogeno rinnovabile, per autoconsumo;

  - Risparmio della risorsa idrica;

  - Risparmio di materie prime e semilavorati;

  - Riduzione dei rifiuti conferiti in discarica.

I programmi ammissibili devono riguardare interventi sul processo produttivo esistente nell’unità produttiva interessata, come ad esempio il cambiamento fondamentale in ottica di efficientamento, e limitare l’incremento della capacità produttiva ad un massimo del 2%.

Sono agevolate le spese sostenute per le Assunzioni/Personale, Attrezzature e macchinari, Certificazioni, Consulenze, Formazione, Hardware/Software, Opere edili e impianti, Risparmio energetico, Servizi.

I programmi di investimento devono essere corredati da una relazione tecnica, a cura di soggetti qualificati interni o esterni alle aziende proponenti, che riportino lo stato dell’arte dell’unità produttiva, gli interventi da attuare per conseguire gli obiettivi ambientali, al centro dell’intervento agevolativo, e i risultati attesi dopo la realizzazione.

Gli investimenti possono variare da un minimo di 3 milioni ad un massimo di 20 milioni, e devono concludersi entro 36 mesi dal Decreto di concessione. L’agevolazione prevede l’erogazione di un fondo perduto variabile da un 30% ad un 50%, in funzione delle caratteristiche del proponente (i.e. dimensione, ubicazione, ecc.) e delle direttrici di investimento.

IL DECRETO SUD

Con il Decreto Sud, approvato lo scorso 7 settembre, il Governo punta alla ripresa prevalentemente con la trasformazione delle attuali otto zone economiche speciali in una zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

La Zes Unica, che sarà operativa dal 1° gennaio 2024, sarà destinataria di specifiche semplificazioni amministrative, agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti.

La cabina di regia si sposta a livello centrale, passando dagli attuali commissari straordinari regionali/interregionali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ove una Struttura di Missione interministeriale - presieduta dal Ministro per gli Affari UE, Sud, Coesione e PNRR, Raffaele Fitto - coordinerà la ZES Unica.  Il compito della cabina di regia consisterà nel coordinamento, vigilanza e monitoraggio della Zona Economica, avvalendosi anche del supporto di Invitalia e di una segreteria tecnica per le attività istruttorie.

Con riferimento all’incentivazione principale delle aree ZES, il credito agli investimenti, all’indomani dell’approvazione del Decreto, il Ministro Fitto ha dichiarato che “sarà applicato un credito d’imposta più ampio, valido per l’intera area delle regioni interessate e non solo per il perimetro dell’area ZES”.

Per il credito agli investimenti ZES viene fissata una dote annuale di 1,5 miliardi, a partire dal 2024 fino a tutto il 2026, per un totale di 4 miliardi complessivi per i quali si attingerà prevalentemente dal FESR e dal PNRR. Analogamente all’impianto normativo vigente ancora fino al 31 dicembre 2023, il credito spetta per investimenti da sostenere a fronte di interventi di avvio nuove attività, ampliamento di attività esistenti, trasformazione del processo produttivo finalizzata alla realizzazione di nuovi prodotti e servizi al cambiamento fondamentale del processo produttivo.

La misura attuale subirà alcune modifiche, mirando ad un maggiore impatto in termini di ripresa economica, preferirà investimenti di grossa taglia e, in linea generale, maggiormente orientati al comparto manifatturiero, nell’aspettativa di impatti significativi a livello occupazionale. Le variazioni riguardano, infatti:

  - L’introduzione di un tetto minimo di investimenti, prima non previsto, fissato ora a 200.000 euro;

  - Gli investimenti in fabbricati e terreni, il cui ammontare non deve superare il 50% del volume complessivo degli investimenti. Il nuovo vincolo comporterà di fatto una preferenza verso progetti ove la componente di investimento in macchinari, impianti e attrezzature sia significativa.

Resta confermato per il resto il collegamento normativo con il c.d. Bonus Sud, con riferimento a:

  - Intensità di aiuto ammissibile, commisurata alla dimensione e ubicazione del beneficiario, nel rispetto della Carta di aiuti 2022-2027 in vigore. Le aliquote di agevolazione saranno ancora in funzione della dimensione di impresa. Attualmente, le aliquote sono nella misura del:

1)  o 45% per le piccole imprese (fino a 50 dipendenti o 10 mln di fatturato/attivo patrimoniale);

2)  o 35% per le medie imprese (fino a 250 dipendenti o 50 mln di fatturato/43 mln attivo patrimoniale);

3)  o 25% per le grandi imprese (oltre i pre­detti limiti).

  - Settori esclusi, che restano quelli di cui al comma 100 della L. 208/2015, vale a dire, l’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo;

  - Le modalità di accesso e fruizione del beneficio, previa comunicazione all’Agenzia delle Entrate e compensazione orizzontale, mediante modello F24.

Confermato anche l’impianto normativo dell’attuale lex specialis per le aree ZES, ancora in vigore fino al 31 dicembre 2023, che prevede il tetto massimo fissato a 100 milioni di euro. Proprio questo alto limite di investimento, unitamente alla possibilità di agevolare l’investimento immobiliare, ha reso per le imprese molto più appealing questa misura rispetto al Bonus Sud, che prevede invece un tetto massimo di investimento fino a 15 milioni di euro (limite in vigore, peraltro, solo per le grandi imprese, per le medie scende a 10 milioni, per le piccole addirittura a 3 milioni di euro).

Si attende entro novembre il DPCM che definirà l’organizzazione della struttura di missione per la neonata ZES Unica, così come gli aspetti più operativi del Decreto Sud.