Dalla diagnosi del patrimonio edilizio si evincono delle grosse carenze del capitale edilizio e di quello infrastrutturale nazionale. A fronte dei 12,2 milioni di edifici residenziali censiti dall’Istat, circa 7,2 milioni (il 60%) sono stati costruiti prima del 1980 mentre circa 5,2 milioni di edifici (42,5%) hanno più di 50 anni, ne deriva inoltre una conseguente e rilevante carenza di provvedimenti sul versante della sicurezza statica e dell’efficienza energetica.

Secondo le stime delle associazioni di categoria, dunque, un piano su vasta scala di efficientamento energetico del patrimonio residenziale nazionale potrebbe generare un giro di affari minimo di 50 miliardi di euro, senza contare i benefici per l’ambiente e aumento del valore patrimoniale delle abitazioni.

Secondo Francesco Pastore, Partner RSM, Business Consulting Leader, il Superbonus 110% costituisce il primo passaggio naturale per un futuro sostenibile, un’agevolazione per interventi nei seguenti ambiti: efficienza energetica, interventi antisismici, installazione di impianti fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

L’obiettivo fissato dall’UE è di raddoppiare il tasso di efficientamento degli edifici entro il 2025, il primo “step” da compiere sia verso l’evoluzione delle nostre città in Smart City sia come passaggio necessario sul fronte molto più ampio del Green Deal europeo:

RSM ha costituito una specifica unità organizzativa denominata RSM 110% Lab per stare al fianco degli operatori finanziari e delle imprese in un vero e proprio “Laboratorio di idee e soluzioni integrate” con un obiettivo sfidante ma raggiungibile: rendere semplice la complessità del Superbonus. 

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