di Rami Wadie, RSM MENA, Risk Advisory Leader

Molte aziende stanno pensando a come misurare i progressi e l'impatto delle loro strategie ambientali, sociali e di governance (ESG), ma sanno veramente come fare? Quasi due terzi dei membri dei consigli di amministrazione delle aziende hanno strategie legate alle problematiche ESG, ma solo un quarto di essi ne comprendono bene i rischi. Una situazione che non sorprende dato che l'ESG, ad oggi, è un argomento molto ampio e mal definito, con pratiche e requisiti che variano da uno stato all’altro, una situazione che è destinata a cambiare grazie ai provvedimenti per la standardizzazione dei quadri internazionali.

Nel giugno 2022, il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS), il principale ente di riferimento normativo per la regolamentazione delle banche, ha definito i suoi principi per sostenere la gestione e la vigilanza effettiva dei rischi finanziari legati al clima da parte delle grandi banche attive a livello globale.

I principi del BCBS affrontano aspetti quali:

  • il modo in cui i principi bancari dovrebbero incorporare il rischio finanziario legato al clima nel loro quadro generale di rischio, compresi il governo societario,
  • i controlli interni e l'adeguatezza del capitale e della liquidità, aspetto che avrà un effetto a catena sulla comunità aziendale in generale.

Esistono anche gli standard GRI (Global Reporting Initiative) o quelli del Sustainability Accounting Standards Board (SASB). Oltre alle iniziative volontarie, le normative stanno portando a una rendicontazione coerente e dai requisiti comuni. Ad esempio, la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) del Regno Unito ha pubblicato le prime relazioni annuali e ha incluso le informazioni TCFD obbligatorie, mentre la tassonomia UE per le attività economiche sostenibili ne è un altro esempio evidente. Inoltre, le autorità di vigilanza stanno intensificando il controllo delle dichiarazioni aziendali relative all'ESG e, di conseguenza, l'imposizione della conformità.

Al di sopra di ogni aspettativa
La regolamentazione dovrebbe essere accolta con favore dalle imprese, in quanto lo sviluppo, il monitoraggio e la gestione delle strategie ESG saranno più semplici grazie a un linguaggio e a una struttura comuni per l'analisi comparativa; tuttavia, sarebbe un errore lasciare che sia la regolamentazione a guidare le strategie ESG che non saranno comunque una garanzia di comportamento. La parte di governance dell'ESG è da tempo soggetta a requisiti normativi, che non sono riusciti, tuttavia, a eliminare gli scandali aziendali. Appare chiaro, dunque, che la conformità alla normativa deve essere necessariamente affiancata da un cambiamento culturale.
Inoltre, i requisiti normativi potrebbero non essere sufficienti a soddisfare gli investitori, i clienti, i fornitori o il pubblico in generale che da tempo esaminano non solo le credenziali ESG delle imprese, ma anche quelle delle aziende e della loro catena di fornitura.

Il cambiamento culturale parte dai vertici dell’azienda
Integrare le tematiche ESG nella cultura aziendale minimizzerà i rischi normativi e ridurrà le probabilità di fallimenti e di multe oltre a consentire alle aziende di spingersi più in là di quanto non permetta una strategia puramente orientata alla conformità.
Ad esempio, è fin troppo comune che i consigli di amministrazione o i loro comitati non si pongano le giuste domande sull'ESG, su come questo abbia un impatto sull'organizzazione e sui suoi interlocutori e su cosa sia necessario fare. Allo stesso modo, i revisori interni dovrebbero affrontare le stesse considerazioni nell'ambito della loro analisi del contesto esterno e interno, come input per l'approccio generale alla valutazione del rischio.
In breve, i coloro che si occupano di assurance all'interno delle organizzazioni devono migliorare la loro comprensione dell'ESG, per aumentare la consapevolezza dell'ESG all’interno della società.
Una maggiore comprensione delle questioni ESG che interessano l'azienda può non solo evitare di arenarsi, ma anche di ottimizzare l'allocazione degli asset, migliorare l'efficienza operativa (cruciale in un periodo di alti costi energetici) e conquistare nuovi affari, dato che altre aziende e consumatori cercano partner e fornitori con solide credenziali ESG.
Infine, in un mercato del lavoro in crescita, può apportare benefici significativi alla produttività, al reclutamento e alla fidelizzazione. Le indagini hanno dimostrato che quasi due terzi dei millennial, che oggi rappresentano la più ampia generazione di giovani al mondo, affermano di prendere in considerazione gli impegni sociali e ambientali di un'azienda nelle scelte lavorative.
È probabile che la generazione successiva non si dimostri meno discriminante; un recente sondaggio di Bupa mostra che la generazione Z è più preoccupata per le questioni ambientali e sociali rispetto a quelle che l'hanno preceduta. Sei su dieci, infatti, hanno dichiarato che resterebbero più a lungo in un'azienda con forti impegni ESG.
Creare una cultura che attragga e trattenga i talenti richiede un impegno da parte dei vertici dell'organizzazione a integrare le questioni ESG nelle loro attività. In base alla nostra esperienza, la valutazione della cultura dell'intera società è un buon punto di partenza, seguita da un approccio completamente nuovo al processo di identificazione dei rischi all'interno dell'organizzazione.

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