La Tassonomia Ue fissa una volta per tutte la classificazione delle attività che possono definirsi sostenibili secondo il principio del “do not significant harm”, che deve diventare il nuovo paradigma della ripresa.

 

In questi mesi si è parlato spesso delle risorse del Pnrr come principale innesco per la ripartenza dell’economia del Paese, ma poco si è detto su un vincolo che tutte le misure del Pnrr, sia riforme che investimenti, devono rispettare: il principio cosiddetto del “Do Not Significant Harm” (Dnsh) introdotto dalla Tassonomia europea per la finanza sostenibile, un prerequisito che tutti gli investimenti del Pnrr devono rispettare e che è oggetto di valutazione. Il Dnsh, nuovo paradigma della ripresa, prevede, dunque, che gli interventi dei piani nazionali non arrechino alcun danno significativo all’ambiente. Questo principio è stato fondamentale per l’Italia per accedere ai finanziamenti del Recovery and resilience facility (Rrf) e deve essere rispettato lungo tutta la fase di attuazione.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una accelerazione improvvisa di un percorso che era iniziato con l’accordo di Parigi, il Green Deal europeo. Pochi potevano immaginare che in breve tempo il framework di regole sulla sostenibilità che si stava mettendo in piedi e che transitava attraverso una analisi approfondita del grado di ecosostenibilità settore per settore, individuati con i codici Nace Ateco della tassonomia UE, sarebbe stato preso come base di riferimento per gli investimenti del Pnrr.

La Tassonomia UE non si è preoccupata solo di stabilire le attività che contribuiscono agli obiettivi ambientali, ma anche di imporre per tutte le attività il vincolo del Dnsh.

Nella corsa per costruire l’impianto del Pnrr erano rimaste alcune “zone grigie”. La tassonomia, in sostanza, è stata concepita partendo dall’alto con un approccio macroeconomico per settori che possiamo dire di tipo top down. Gli investimenti e le riforme del Pnrr sono partiti invece dal basso dalle esigenze del Paese seguendo un approccio di segno opposto di tipo bottom-up. Scopri cosa fa il PNRR Task Force RSM  per le aziende

 

Visto dalle banche: il Green Asset Ratio

Il 2022 sarà l’anno dei grandi cambiamenti per le banche sui temi ambientali e climatici. Con la Tassonomia UE, nel 2021, è avvenuta una straordinaria accelerazione della regolamentazione in materia di Esg e in pochi mesi si è indirizzata sugli istituti di credito una elevata mole di disposizioni  regolamentari, orientamenti e linee guida in materia.

Da quest’anno, insomma, la sostenibilità si trasformerà da argomento per pochi iniziati, a tema caldo per le banche per i fondi investitori e per le authority di vigilanza. Le banche, in particolare, dovranno essere molto attente quando presteranno denaro per attività allineate alla classificazione green della Tassonomia.

C’è infatti un nuovo indicatore, richiesto dagli organismi di vigilanza europei, Eba e Bce, che diventerà un elemento chiave: è il Green Asset Ratio (Gar) che in sintesi misura il rapporto tra gli asset (crediti) delle banche che finanziano attività sostenibili dal punto di vista ambientale sulla base della Tassonomia delineata dall’Unione Europea e il totale dei crediti.

Un ruolo effettivamente importante in questo nuovo contesto lo sta svolgendo Sace quale soggetto che ha l’incarico esclusivo di rilasciare le garanzie per i progetti di transizione.

Visto dalle imprese: come orientarsi

Per le imprese diventa fondamentale capire come adeguarsi ai nuovi paradigmi per farsi trovare pronte al momento in cui dovranno partecipare ai bandi legati alle misure del Pnrr o quando dovranno fare ricorso alle banche o al mercato finanziario per finanziare i loro investimenti. 

La prima cosa da fare, dunque, è stabilire il grado di sostenibilità delle loro attività, degli investimenti e dei loro piani industriali. Nei prossimi mesi la partita la vinceranno le imprese che avranno acquisito la capacità di misurare attraverso appositi Kpi Esg la loro sostenibilità e che avranno raggiunto un livello di governance e dei controlli in grado di recepire e gestire queste variabili in modo affidabile nel sistema delle strategie e dei rischi. Scopri come il Team RSM  può supportare la tua azienda.

 

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