IL TEAM ESG RSM
Per affrontare le sfide, sostenere i cambiamenti e supportare le imprese nel percorso di raggiungimento della sostenibilità aziendale, abbiamo individuato un team di professionisti con le migliori competenze in ambito ESG:
- Raffaele Mazzeo - Sustainability Services e ESG Leader.
- Francesco Pastore - PNRR Task Force Leader
- Matteo Bignotti - Compliance e Modelli Organizzativi 231- RICO
- Pierpaolo Pagliarini – Responsabile Audit & Assurance e di servizi ESG e Modelli 231 nell’area Centro-Sud
I SERVIZI
I NUOVI PARAMETRI ESG ED IL PNRR
In un'Europa che ha puntato forte sul Green Deal si presentano grandi opportunità per le organizzazioni che sapranno allinearsi ai nuovi parametri ESG. Il quadro normativo si è ormai consolidato. Il nuovo sistema regolatorio europeo ha di recente introdotto gli ESG come uno dei driver dello sviluppo economico.
I principali riferimenti normativi sono rappresentati dal Regolamento UE 2020-852 (Regolamento “Tassonomia”) ed il Regolamento UE 2019-2088 (Regolamento “SFDR” – informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari).
In particolare, il Regolamento UE 2020-852 (Regolamento “Tassonomia”) è stato preso come base di riferimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“PNRR”), preparato dall’Italia nell’ambito del Next Generation EU per consentire uno sviluppo economico fondato sugli investimenti ecosostenibili. Nel nuovo contesto il settore privato è chiamato a finanziare la gran parte degli investimenti necessari alla transizione.
La sfida dei prossimi anni per le imprese sarà quella di saper misurare con appositi indicatori in base alle nuove metriche ESG le loro performance ambientali, sociali e di Governance.
Si tratta di dotarsi di un framework informativo interno in grado di raccogliere in modo sistematico i non financial data che sempre di più vengono richiesti dal mercato, dagli investitori e dalle banche.
Corporate Social Responsability (CSR) o responsabilità sociale d’impresa, diventata una priorità nelle strategie delle principali corporation globali, ha come obiettivo di conciliare, in maniera volontaria, il profitto con l’attenzione alle questioni sociali e ambientali, migliorando l’immagine e la reputazione dell’impresa in una dimensione interna e una dimensione esterna. La prima per migliorare la percezione dei propri dipendenti e la seconda che riguarda il rispetto dei diritti umani lungo la filiera produttiva e i problemi ambientali per migliorare la propria reputazione associata ad azioni positive. Anche in Italia le aziende sono particolarmente impegnate nell’integrazione della Corporate Social Responsibility nei loro processi interni.
IL PERCORSO DI UN’IMPRESA SOSTENIBILE
IL PERCORSO DI UN’IMPRESA SOSTENIBILE PREVEDE IL RICONOSCIMENTO LEGALE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTENIBILITÀ AZIENDALE IN CONFORMITÀ AGLI STANDARD RICONOSCIUTI E ALLE NORME NAZIONALI ED INTERNAZIONALI.
Garantire la compliance a leggi e regolamenti e a specifiche norme aziendali è ormai uno dei principali obiettivi di un’organizzazione. La compliance, che negli anni passati riguardava solo alcuni specifici ambiti, oggi è strettamente connessa anche al concetto di sostenibilità.
Ogni azienda può intraprendere il percorso più adatto alle proprie esigenze e cogliere le molte opportunità per diventare sostenibile. Si riportano alcuni esempi concreti di come una azienda può avviare le proprie attività sostenibili scegliendo fra diverse alternative:
- Allinearsi alle disposizioni del Regolamento Tassonomia. Per poter assicurare la transizione nel settore finanziario, i Regolamenti europei sono concepiti in modo da migliorare l'affidabilità e la comparabilità delle informazioni sulla sostenibilità e promuovere l’afflusso di capitali e di risparmi privati verso attività sostenibili. Alcuni tipi di imprese, pertanto, devono fare necessariamente riferimento alle disposizioni di tali Regolamenti e in base ad esse modificare i propri modelli aziendali. Nel caso della Tassonomia, le aziende sono tenute a presentare informazioni precise affinché le proprie attività vengano considerate ecosostenibili. Tra gli obblighi c’è, ad esempio, quello di indicare una serie di specifici KPI che fanno riferimento agli obiettivi ambientali richiamati dal Regolamento Tassonomia.
- Integrare il processo di Sostenibilità con la Governance e il Processo strategico. Il processo di sviluppo della sostenibilità deve integrarsi necessariamente con l’identità dell’organizzazione e, quindi, con tutti quegli aspetti che riguardano tanto il governo societario (organi di governo, sistema delle deleghe, Modello Organizzativo 231 e Sistema di Controllo Interno), quanto gli obiettivi operativi e strategici (Piano Industriale).
- Prevedere all’interno delle proprie organizzazioni la nuova funzione di Chief Sustainability Officer (CFO). In una prima fase la funzione di Chief Sustainability Officer puo’ essere adottata in outsourcing. Tale modalità consente di monitorare lo sviluppo sostenibile dell’organizzazione garantendo al contempo efficienza e flessibilità.
- Stakeholder Engagement in base allo standard AA1000SES. È uno dei processi chiave del Piano di Sostenibilità. Attraverso le linee guida contenute nello standard AA1000 – Stakeholder Engagement Standard è possibile implementare un processo di coinvolgimento degli stakeholder necessario per poter individuare i temi che hanno un impatto da un punto di vista ambientale, sociale e di governance.
- Trasformarsi in società benefit. Trasformare lo statuto per ottenere lo status giuridico di Società Benefit consente di adattarsi meglio al concetto di Società sostenibile con i vantaggi che ne derivano sia in termini di reputazione che da un punto di vista economico-finanziario. La trasformazione in Benefit è solo il passo iniziale da cui inizia un nuovo percorso.
COME PROGETTARE ED IMPLEMENTARE I PIANI DI SOSTENIBILITA’?
Definire un Piano di Sostenibilità vuol dire rafforzare la credibilità sociale e l’affidabilità relativa all’attività economica, ridefinire i processi organizzativi secondo un’ottica orientata alla sostenibilità e ricercare le fonti di finanziamento necessarie per sostenere la crescita e il cambiamento.
La DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA
MOLTE SOCIETÀ DA SEMPRE PORTANO AVANTI PROGETTI E INVESTIMENTI SOSTENIBILI, MA NON SI SONO ANCORA LANCIATE NEL REPORTING. ALTRE INVECE CHE PUBBLICANO IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ O LA DNF VORREBBERO RAFFORZARE IL PROCESSO DI SOSTENIBILITÀ AZIENDALE.
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) la nuova proposta di Direttiva pubblicata nell’aprile 2021, che aggiornerà l’attuale direttiva NFRD che ha introdotto la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), amplia la platea delle imprese obbligate a pubblicare report di sostenibilità che passeranno dalle attuali 11.000 a circa 50.000. Con la CSRD, la Commissione Europea definisce per la prima volta un quadro comune di rendicontazione per i dati di sostenibilità. La proposta di direttiva prevede l’obbligo di pubblicazione delle informazioni di sostenibilità dal 2024 per gli attuali soggetti obbligati alla DNF e dal 2025 per le grandi imprese non quotate. A partire dal 2026 l’obbligo si amplierà anche alle piccole e medie imprese quotate. La misurazione dei dati ESG è dunque la sfida che le imprese europee dovranno affrontare nei prossimi anni.
Emissione di Limited Assurance sul reporting non finanziario o su prospetti informativi in base all’ISAE 3000. Sottoporre il report non finanziario ad una procedura di verifica limitata ai sensi del principio International Standard on Assurance Engagements 3000 (“ISAE 3000”) garantisce gli stakeholder in merito alla veridicità, la completezza e l’accuratezza dei dati contenuti all’interno del report.
Attestazione della società di revisione sulla DNF in conformità al DL 254/2016. La Dichiarazione Non Finanziaria copre i temi ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la corruzione attiva e passiva e, a parte l’obbligo di redazione che vige in capo agli enti di interesse pubblico che presentano determinati requisiti, può essere redatta in maniera volontaria da tutti le organizzazioni. Il Legislatore ha previsto che un revisore legale debba esprimere un’attestazione circa la conformità delle informazioni fornite all’interno della Dichiarazione ai principi e alle metodologie previste del decreto.
Supporto alle Aziende nella predisposizione del primo non financial reporting. Il processo che porta alla pubblicazione del primo report non finanziario/report di sostenibilità deve essere gestito in maniera strutturata in modo da definire sin da subito una metodologia di rendicontazione che possa essere utilizzata anche negli esercizi successivi.
Supporto alle società che già pubblicano una DNF, nel passaggio dalla modalità GRI “Core” alla modalità GRI “Comprehensive”. Vi sono due opzioni per redigere un report in conformità ai GRI Standards: Core e Comprehensive. Il Report opzione “Core” contiene le informazioni minime necessarie a comprendere la natura dell'organizzazione, i suoi temi materiali e i relativi impatti, e come questi vengono gestiti. Il Report opzione “Comprehensive” contiene informative aggiuntive sulla strategia, l'etica, l'integrità e la governance dell'organizzazione. Inoltre, l'organizzazione dovrà comunicare in modo più esteso i propri impatti.
Implementazione del processo di reporting non finanziario presso le controllate estere. Per una Capogruppo rendicontare le informazioni non finanziarie vuol dire necessariamente monitorare la performance sostenibile delle proprie controllate, adattando la metodologia di rendicontazione al contesto sociale, economico e finanziario in cui è inserita la controllata.
Misurazione dei rischi non finanziari e rafforzamento del Sistema dei controlli interni nel processo di reporting non finanziario. La rendicontazione delle informazioni non finanziarie è un processo trasversale che riguarda tutte le funzioni aziendali. Per arrivare a creare un processo di reporting efficace diventa fondamentale effettuare un assessment dei rischi non finanziari e del funzionamento del Sistema di Controllo Interno (“SCI”).
General ledger per la tracciabilità in ambiente Blockchain delle Non Financial Information. L’innovazione nei servizi digitali finanziari garantisce nuove prospettive estremamente interessanti per il segmento della Finanza sostenibile.
Calcolo del Social Return on Investment Assessment (“SROI”). L’indice SROI viene utilizzato per misurare l’impatto di un investimento o di un progetto in termini di rendimento sociale. Il ricorso a tale indicatore consente all’organizzazione di migliorare la propria immagine e il livello di accountability e di attrarre nuove risorse finanziarie potendo dimostrare ai propri interlocutori la validità delle azioni intraprese.
I GREEN BOND: NUOVI STRUMENTI FINANZIARI PER LE AZIENDE
LE IMPRESE CHE SI MUOVONO IN TEMPO POSSONO TRASFORMARE I LORO INVESTIMENTI in ambito “green” IN UN VERO E PROPRIO PROCESSO DI CREAZIONE DI VALORE CON BENEFICI CONCRETI SUL LORO BUSINESS
- RSM supporta le imprese nella strutturazione di emissioni di Green Bond: le obbligazioni verdi (Green Bond) permettono di finanziare vari tipi di progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento e all’efficientamento energetico. Attraverso le emissioni green le imprese beneficiano di risorse attraverso i quali si delinea l’economia green.
In partnership con importanti società di ingegneria RSM è in grado di accompagnare le imprese nelle iniziative di rafforzamento della gestione sostenibile quali adesione al Global Compact nella Certificazione “B-Corp” e nell’implementazione degli strumenti di misurazione della Co2.
- Accompagnamento alla certificazione B Corp per soddisfare gli standard di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale
- Percorso di accreditamento al Global Compact. Il Global Compact delle Nazioni Unite rappresenta la più importante iniziativa a livello mondiale sui temi della sostenibilità. RSM è in grado di accompagnare le società nel percorso di avvicinamento al Global Compact e nella predisposizione della comunicazione annuale COP (Communication On Progress)
- Implementazione di strumenti di misurazione della Carbon Footprint. Un adeguato piano di sviluppo della sostenibilità include nella maggior parte dei casi un processo di misurazione delle emissioni di CO2. Si parte dai dati e dagli strumenti di misurazione per arrivare alle certificazioni - ISO 14064, per misurare la carbon footprint dell’organizzazione aziendale o la ISO 14067 per misurare la carbon footprint dei prodotti – al fine di migliorare la performance ambientale e la green reputation.
La Task force PNRR di RSM svolge lo scouting delle agevolazioni e accompagnamento nell’ottenimento di benefici nell’ambito del PNRR. Il PNRR è il piano nazionale che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU e che si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo:
- digitalizzazione e innovazione
- transizione ecologica
- inclusione sociale.
Per la Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” è previsto uno stanziamento di complessivi 68,6 miliardi con gli obiettivi principali di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
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