Con Carlo Pettinelli, funzionario dell’Unione Europea, responsabile della nuova Direzione «Planning, Data and Finances» della Commissione europea (DG Industria e mercato interno).

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Perchè nasce il Green Deal

Il Green Deal Europeo punta a far diventare l’Europa il primo continente climaticamente neutro. I fondi europei vengono eroganti solo a stato di avanzamento dei lavori e per progetti realizzati. Il Green Deal dovrebbe essere dunque il driver di tutte le attività europee.
È stato scelto di portare avanti questo progetto in seguito alla forte pressione non solo degli attivisti, ma dei cittadini europei in generale, quindi una cosa molto più vasta che è emersa dalle elezioni del parlamento europeo del 2015, dove un’ampissima maggioranza del Parlamento ha richiesto alla Commissione Europea di progredire in questa direzione.
La transizione ecologica richiede ingentissime risorse finanziarie poiché si tratta di investimenti che vengono fatti oggi e i cui frutti si vedranno nel lungo tempo.
La crisi dovuta al Covid ha dato un forte impulso all’iniziativa di creare il fondo speciale Next Generation EU di 750 miliardi di Euro, di cui l’Italia è il primo Paese beneficiario e a cui sono stati destinati 210 miliardi di Euro, dunque un grosso vantaggio per il nostro Paese che dovrà impegnarsi a spendere bene questi fondi.  

I pilastri del Green Deal

Il Green Deal si fonda su due pilastri:

Il primo è la lotta a cambiamento climatico, con l’obiettivo di avere un’Europa climaticamente neutra per il 2050, il che significa che la quantità di gas effetto serra che provoca il riscaldamento climatico (per la maggior parte CO2) dovrà essere compensata da un assorbimento attraverso le piante. La maggiore difficoltà sarà intervenire sulle emissioni che sono prevalentemente di due tipi:​

  •  Il riscaldamento e la climatizzazione degli edifici che rappresentano il 40% delle emissioni di gas effetto serra.
  • Tutti i tipi di trasporto (terrestre, aereo e marittimo) che rappresentano circa il 25%.

Ovviamente sono tutte soluzioni che costano molto, investimenti che si ammortizzeranno nel corso del tempo e per i quali sono a disposizione i fondi europei.
Si deve intervenire su queste emissioni in vari modi:

  • con il risparmio energetico: l’isolamento degli edifici, il minore consumo degli autoveicoli.
  • contemplare altre forme di approvvigionamento energetico: passare dalla produzione elettrica con combustibili fossili a una con fonti rinnovabili (energia idroelettrica, energia solare, energia eolica).

La lotta all’inquinamento di tutti i settori costituisce il secondo pilastro del Green Deal:

  • L’uso di sostanze chimiche pericolose (i cosiddetti perturbatori endocrini) che hanno degli effetti a lungo termine sulla salute della popolazione. Si tratta di un trend non solo europeo, ma molto sentito anche negli Stati Uniti, con la nuova amministrazione Biden, e in Cina.
  • Di recente è stato condotto uno studio sull’utilizzo della plastica, lo smaltimento e la ricerca di alternative a tutta la plastica monouso. Per quanto riguarda quest’ultima sono state trovate delle alternative a costi abbastanza contenuti, mentre di più difficile sostituzione sono le bottiglie di plastica che non possono essere sostituite dalle bottiglie di vetro per un problema di trasporto legato al peso della bottiglia stessa.  

Quindi, vista la difficoltà a sostituire le bottiglie di plastica, più che sul divieto ci si è focalizzati sul riciclo che contribuisce alla crescita dell’economia europea.
Quindi gli stati membri sono obbligati a creare una catena per il riciclo delle bottiglie. I soldi che vengono investiti nella catena di riciclo sono in realtà un risparmio per l’Europa che non deve più appoggiarsi a stati terzi per acquistare il polimero che è un derivato del petrolio e che viene utilizzato per creare la plastica. In più la catena del riciclo fa aumentare i posti di lavoro legati a questa filiera, quindi contribuisce alla crescita economica.

Il Green Deal è una grande opportunità per l’industria europea. Il consorzio europeo con lungimiranza è riuscito a creare una realtà che riesce a far fronte al colosso americano.
Il settore in cui sicuramente c’è più difficolta a ridurre le emissioni è quello del trasporto aereo, nel quale si stanno comunque cercando delle soluzioni, utilizzando nuovi materiali e efficientando i motori. L’industria europea se vuole mantenere la leadership su diversi settori deve essere all’avanguardia, quindi sperimentare nuove soluzioni per essere leader anche nel resto del mondo.

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