La sostenibilità è il nuovo paradigma economico che ci guiderà nei prossimi anni e le aziende che non dimostreranno di impegnarsi concretamente in questo ambito rischiano nel medio – lungo termine - di essere marginalizzate dal mercato.

I cambiamenti imposti dalla pandemia, l’improvvisa riduzione di attività industriali, viaggi e spostamenti, hanno avuto un grande impatto sull’ambiente.

Durante il lockdown, infatti, si è registrato il più grande calo di emissioni di anidride carbonica della storia. Sebbene i cambiamenti in un periodo così limitato di tempo abbiano un impatto minimo, abbiamo avuto la possibilità di capire meglio come potrebbe essere un futuro più “pulito” e di accrescere la consapevolezza di quanto sia fondamentale cambiare i nostri comportamenti per raggiungere l’obiettivo “zero emissioni entro il 2050”.

Il cambiamento dovrà essere culturale e dovrà riguardare le aziende di tutte le dimensioni sia nella dimensione ambientale che in quella sociale e quella della governance.

Esiste, dunque, una sorta di imperativo commerciale per le aziende, che impone di impegnarsi a passare a una produzione che sia sostenibile in tutte le declinazioni racchiuse nella sigla ESG: Environmental, il contrasto all’inquinamento e l’ottimizzazione delle risorse ambientali;  Social, i temi legati alla società più in generale, dalle politiche di genere, ai diritti dell’uomo e gli standard di lavoro; Governance, il buon comportamento del governo e delle aziende in termini di rispetto delle leggi e della deontologia.

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Spunti di riflessione da “Risk In Focus 2021 – Hot topics for internal auditors

Tuttavia, nonostante l’urgenza e la gravità dei rischi derivanti dal climate change sia riconosciuta dalle figure apicali all’interno delle aziende, dall’indagine presa in esame “Risk In Focus 2021 – Hot topics for internal auditors”, che nasce dalla collaborazione degli Institute di 10 nazioni europee (Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito e Irlanda), sotto l’egida di ECIIA (European Confederation of Institutes of Internal Auditors) e che traccia annualmente una mappa dei rischi prioritari con cui le aziende dovranno confrontarsi guardando ai Piani di Audit futuri emerge che:

  • Solo il 6% degli audit chiefs afferma che il cambiamento climatico e la sostenibilità rappresentano una fra le prime cinque aree di rischio sui cui investire;
  • Solo il 23% degli audit chiefs afferma invece che sarà una priorità nell’arco di 3 anni.

In questo contesto, in cui rischi non possono essere ignorati, senza un’adeguata preparazione non saremo all’altezza di fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico, come già ad oggi lo siamo stati nei confronti della pandemia.

Il ruolo delle funzioni di Risk management, Legal & Compliance e di Internal Audit

Il ruolo chiave delle funzioni di controllo nelle strategie aziendali nell’area dello sviluppo sostenibile delle aziende può rivelarsi fondamentale in questa fase nel supportare i Board delle aziende a capire come sviluppare:

  • una strategia di business in cui i principi ESG e gli obiettivi aziendali sono integrati;
  • la capacità di offrire una visione dei processi relativi alla sostenibilità;
  • le azioni necessarie a colmare le lacune nella strategia attuale.

Il percorso di evoluzione del business verso una dimensione ESG richiede interventi sull’organizzazione aziendale, la rivisitazione dei contratti e l’individuazione di nuovi rischi e nuovi modelli di misurazione. In tale contesto l’Internal Audit puo’ contribuire a svolgere un ruolo costruttivo per garantire un sistema di controllo interno coerente alla nuova realtà.

Per venire incontro a queste esigenze, RSM ha costituito il Sustainability Service integrato con gli altri servicer di RSM in grado di supportare le aziende nel loro percorso di crescita sostenibile su tre direttrici: Business, Compliance e Accountability.

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