Paola Liberace. ricercatrice, formatrice, giornalista e blogger durante il suo intervento “Innovare progettando l’immaginazione” ci ha presentato un modo diverso di pensare al futuro attraverso la Struttura dei tre orizzonti (Three Horizons Framework).

paola_liberace_w.jpgPensare al futuro significa imparare a pensare in modo diverso. Il cambiamento mette alla prova le nostre ipotesi e, nel tempo, le decisioni e i prodotti diventano obsoleti.
Come possiamo pianificare, dunque, i nostri pensieri e progetti a prova di futuro seguendo lo schema del Three Horizons Framework?

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Si parte dal considerare che nel presente ci sono le Strategy FIT, ovvero quelle realtà che sono per noi consolidate, le tendenze affermate, ma nel presente ci sono, però, anche delle realtà e delle tendenze che noi ancora non vediamo molto bene, che non ci sono chiare, che non seguiamo e non sappiamo ancora se si affermeranno. 
Se si vuole studiare un qualsiasi ambito si comincia dal presente che è fatto di realtà consolidate e di tendenze che cominciano a spuntare: si mettono prima in fila le realtà consolidate e poi si cominciano a fare delle ipotesi, delle assunzioni sulle tendenze che sono appena comparse per poi fare un salto in avanti.
Il salto in avanti (che può essere di 20/30/50 anni), ci porta nel futuro remoto immaginando come si potrebbero evolvere e come poterebbero diventare dominanti le tendenze che vediamo nel presente.

Sulla base del presente si immagina il futuro in modo strutturato.

All’interno dello schema Three Horizons Framework potremmo paragonare il presente alla figura del manager, cioè di colui che gestisce le cose dominanti nel presente.
Il futuro remoto invece è l’orizzonte del visionario, di colui che ha una visione di un mondo che ancora non riusciamo a vedere e che intuisce piccoli segnali quasi impercettibili nell’oggi che riesce a disegnare e proiettare nella sua mente.
L’orizzonte dell’Innovatore invece è il futuro prossimo, cioè di colui che lavora per preparare le transizioni, per far esistere ciò che ancora non esiste e per gestire il declino di quello che oggi esiste.

Si tratta quindi di un lavoro di progettazione e non di fantasia perché funziona solo se dietro c’è un’analisi accurata e attenta delle tendenze.

Immaginare, dunque, non significa lavorare di fantasia, ma significa progettare ovvero porsi il problema di quello che esiste oggi per capire cosa resterà e cosa esiste in maniera ancora molto soffusa per trasformarlo in qualcosa di grande e promettente per il futuro.

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